Nonostante Marras ospita M’illumino d’immenso, un viaggio nella luce interpretata dallo stilista che ripropone una variante delle sue Orfanelle, installazione del 2004 recentemente esposta alla Triennale di Milano, insieme a Retratos Iluminados, un gruppo di lavori realizzati da Fernando e Humberto Campana e alcune ricamatrici delle comunità nelle favelas di Sergipe e Alagoas, per nire poi con Bandidos Ilumi- nados, un lavoro a quattro mani, anzi sei, tra i fratelli Campana e Antonio Marras. Veli, grembiuli, vecchi abiti lacerati e ricuciti, tasche, ricami e trasparenze: le 80 Orfanelle di Marras sono angeli caduti, fate erranti che anelano ad ascendere in un percorso terra-cielo dove tutto va rimpicciolendosi, gon andosi, resuscitando antichi spiriti che albergano le piccole gonne illuminate dall’interno.

 

 

Retratos Iluminados (Instituto Campana, IPTI), opere dei fratelli Campana, risultato della partnership con Institute of Research, Technology and Innovation (IPTI) che hanno il preciso scopo di far conoscere e salvare la manualità e l’artigianato, sempre più a rischio di “estinzione”. In mostra 35 lampade composte da telai da ricamo, sospesi nell’aria, che si affacciano sullo spazio mostrando, in un alone di luce, i volti dei soggetti ricamati sulle tele. I “ritratti di luce” sono quelli delle stesse ricamatrici: una scelta voluta dal duo per sottolineare un gesto di libertà, una negazione degli stereotipi, perché si può uscire e si deve dal solito e dal conosciuto

 

 

I Bandidos Iluminados, progetto nato dalla collaborazione tra Marras e i Campana, riproducono invece i volti dei fuorilegge più noti al mondo, da Al Capone a Pablo Escobar, da Caligola a Butch Cassidy e Sundance Kid, nonché di alcuni leggendari banditi sardi, anch’essi ricamati su stoffe retroilluminate, con interventi sartoriali del genio creativo di Marras.

 

 

Francesca Alfano Miglietti afferma: “Le lampade diventano una metafora, un augu- rio, una compagnia, una presenza, un modo di vedere […] una postazione di approdo da incursioni, un luogo di sosta, un posto dove aspettare, immersi nelle luci dell’im- maginario dell’arte, del design, della poesia. Insieme.

 

 

Il negozio sarà il teatro di un’escursione multidisciplinare sul “punto”: dal concetto matematico di entità adimensionale, a quello loso co di inizio o di ne (nascita
o morte) Facciamo il punto ri ette sulle sfaccettature attribuite al punto. Punto ricamato, punto musicale, punto eziologico, punto quantico, punto astratto, punto concreto, pois, a un certo punto… E’ lo stesso Marras ad aver affermato che il suo primo approccio con l’arte sia avvenuto grazie a una delle famose tele bucate di Lucio Fontana, attraverso cui la sua attenzione di alunno distratto si è focalizzata sull’enorme potenzialità che un punto avrebbe potuto offrirgli”.
In mostra un’esplosione di opere, disegni, oggetti, progetti, e carte da parati, tazze, profumi, che hanno come lo conduttore il punto declinato secondo le via via mute- voli esigenze, oggetti creati da Marras e dai suoi amici e ospiti quali Istituto Campa- na, Tonino Serra per il ower design e tutto ciò che sboccia, Mauro Sargiani-Elefante Rosso Produzioni, Serra&Fonseca, Stephan Hamel, Claudia Losi, Cesare Fullone, Franko B, Traslochi Emotivi, Lucia Pescador, Libri di Orso Ficili, Monica Castiglioni e tanti altri che si aggiungono punto per punto.

 

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